Alcuni giorni di caldo

In una stanza buia d’estate
con la puzza del vomito della sera prima
la schiena sudata per il caldo
il ventilatore dovrebbe gettare
aria fredda
ma fa solo confusione
sono perso tra i pensieri
un nastro di luce dorata
passa indisturbata la stanza
e mi illumina le palle
Ripenso a ieri notte
alla poesia andata a male
alla gente a cui ho parlato
della vita
del senso
degli esperimenti
da ubriaco sincero e gentile
a chi interessa?
guardano, restano
piuttosto, seduti ad ascoltare
prendendo le distanze
giudicano senza mai esporsi
sono amici di artisti
a loro piace guardare
non so quel che dico
gli dico odiami
non amarmi
non sono sicuro di ciò che pronuncio
ma stai già ascoltando? Ascoltati
almeno un po’:
venite a vedere
l’artista che dorme
e il dondolio della sua ventola
e le zanzare come costellazioni sulla parete
e l’erezione del mattino che lo tormenta
e controllate se si è suicidato
o se la segreteria è piena di messaggi.
Il letto si apre
sotto il peso di un corpo che sogna
la pelle diventa coltelli
fatta di brividi
e di utopie del sonno
tra le dita stringe una penna
il nodo passa attraverso il loro interno
e finisce sul foglio ma
il pensiero no
non crede allo scrivente
si materializza su carta
arrogante e pasciuto
come un buon pensiero deve essere
ogni volta le cose si ripetono ma
non ci accorgiamo di viverle
da un’altra prospettiva
questa è
l’idealizzazione delle emozioni.
Si accende una sveglia
un tenore e macchine
dividono la notte
raccolgo una scarpa
una ventola sputa
scariche elettriche
qualcuno bestemmia
è mattino
son tre notti che non dormo
mi tieni sveglio
e ti lasci ammirare
ti ho chiusa troppo a lungo
in un cassetto
e sei volata su nel cielo
per te il mio cuore
è sempre stato troppo piccolo
vorrei parlarmi
mi manca la tua voce.