PAUSE – REWIND
Oh impercettibile
tempo
che passa
affido a te
le mie speranze
rimaste rassegnate
poiché seppur col pensiero
io riesca ad andare così lontano
mi rendo conto che i miei angoli
vengono continuamente smussati
dall’avidità dei giorni
Conto quelli che mancano
che mi porteranno di nuovo a te
e finalmente riceverò il mio perdono
e io l’aspetto
mettendo da parte
ciò che sono diventato
uccidendomi a poco a poco
E io lo faccio
sperando di eliminare tutte le tracce
così sarò di nuovo da te
e ti abbraccerò ancora più forte
e non andrò mai più via
Per ora accetta questa promessa
e tu afferra il tempo
tu che l’hai sempre controllato avidamente
Persino al di là del mare
le lancette scoccano
dividendo l’aria in due:
ne ascolto i movimenti
e solo quelli mi parlano adesso
neanche tu lo fai più
Per ora accetta la promessa
di questo stupido
marinaio
triste
E’ vero sono andato
ma ora sto tornando
e ti giuro che sono morto
e tu lo vedrai che non esisto
potrai prenderti ciò che resta
tanto di anima
ne hai a sufficienza per due
Ora sto tornando:
scivolerò sotto le tue lenzuola
e non me ne andrò più via
e stavolta sarà per sempre
FORWARD – PAUSE
Delle risposte che andranno perdute
Oh tempo fibrillante
sento il tuo peso
gravare sul mio grembo
e ora mi duole
come il ricordo
di averti avuto
fra le braccia
Annodavo i tuo capelli
fra le dita
e annodavo le parole
a porti senza ritorno e
a ormeggi senza desideri
Ora, adesso almeno
uno ne è rimasto
e sospiro molte volte al giorno
stringendo
la tua foto
tra le mani
e le mani con le mani
fingendo che siano le tue
mentre so
che vivi dall’altra parte, ancora
(la più scura
così tanto
che neanche il nostro faro
riesce a illuminare)
E un mare
adesso
ci divide
distanzia
i nostri discorsi
rendendoci
così lontani
e io non posso
nemmeno spiegarti
che mi mancano le tue parole tristi
il tuo modo sincero
di nuotare controcorrente
Non posso
ma sai che ci ho provato
riservando le lacrime alla fine
perché poi non avrei potuto
aggiungere altro
Ora tra di noi un mare scorre
d’incomunicabilità
che ci ha resi
distanti
per sempre
STOP
Del mare che non ha colpe
Che colpe
mi date?
Chiese
il mare
indomito
Se alle vostre parole
avete anteposto
distanze?
Se le persone
hanno colmato il vuoto
lasciato dalla sterilità?
Voi
come pensate
di vivere una vita credibile
se non credete
neanche in voi stessi?
Oh se i miei pensieri fossero inchiostro
Quante cose avete perso
per paura di avanzare?
Riempirei
secchi vuoti
e teste rotte
schizzando in corpi comodi
e parole sconce
Bagnerei le vostre teste
che spuntano come bozzi
sulle spalle ricurve
sotto il peso del nulla
Avanzerei comodamente anch’io
godendomi lo spettacolo:
la distruzione
che degenera in creazione
Di colpo mille e mille foglie
compariranno nelle tasche
di quelli che hanno sempre taciuto
E’ arrivato il momento di dimostrare
che siete parte di voi stessi
Quante cose avete perso
per paura di annegare?