Formiche in faccia

Formiche in faccia
se penso
o resto zitto. Disegnano
lega al collo
le tue carte sporche d’inchiostro
unte di lamenti
distorte
spezzate
o bruciale
o gettale via
«per quanto ci riguarda
potresti anche annegare
e raccontarlo al mondo intero
nessuno crede
a uno che al respiro
alterna una menzogna
a uno che va in giro
a convincersi che solo un pazzo
può aprire le sue porte, nessuno
ti crederebbe. Neanche se chiedessi loro
di che colore è la luna
ti saprebbero rispondere»
Loro hanno segreti
e per questo sanno amare. Disegnano
un confine
che non c’è mai stato
tra il nascere e il morire
essendo l’uno
l’inizio dell’altro. Ti chiedono
qual è il senso
di usare un dio
se poi non ci credi?
e intanto la lingua
inumidisce le labbra (di veleno)
e i passi delle donne
sono abbracci
incatenanti
e indagatori. Disegnano
un cammino
e in esso ovunque mi toccano
mi vogliono
ma solo per qualche ora
vogliono concedersi un amore strano – poi
ritornano alle loro facce
e addosso resta solo
l’odore di un’altra storia. Ma
la luce si intravede
a ogni collasso mancato
al di fuori di essa
non vi è che
noia
e piattume
sesso
e manchevolezze
routine
e aprire gli occhi al mattino
e cercare se hai ancora i piedi
Formiche in faccia
quando penso
o resto zitto
e l’ansia
seppur mi logora
aspetta
dal mondo lì fuori – ma
io ho già imparato a odiare
il suo orgasmo che filtra
attraversando vetri appannati
proiettando falsi gemiti
che vorrebbero invece tacere
ma cedono alle convenzioni
e si confondono
trasformandosi in lamenti
che solo orecchie esperte
riconoscono
al di là del mare
Invece queste mura
sono sorde (all’apparenza)
e si girano dall’altra parte per non annegare
e si tappano le orecchie
se nel caso le parole seducono chi ascolta
poiché
troppe volte il corpo è sfuggito all’intelletto
e al giorno che è succeduto
non è rimasta che attesa
e consapevolezza
di infrangersi poi col silenzio
Io non sono dirti da dove ti parlo
se dal presente
o dal passato
se con lucidità o confusione – non lo so
davvero non lo so
Te le regalo se vuoi
prendi tutto
prendine anche di più
prendine anche se poi non ti serve
ma prima
concedimi
l’ultimo addio.