Levopraid 25

Attraverso lo squarcio
una ferita ancora sanguinante
di un racconto mai terminato

carri di persone legati fra loro
da dita intrecciate

e il passeggero davanti ti scruta con occhi cristallini
e il delirio della notte che t’inghiotte nel silenzio
e il corridoio del buio che s’affaccia sulle gambe scoperte dei dormenti
e l’antitesi di una ricerca che volge alla fine proiettando colore sui paesaggi spenti
e stati d’ansia e amore si alternano spiegandosi in lingue sconosciute

velluto impregnato d’olio che si srotola in pentagrammi di rumore
che scotta sempre di più
così come il pensiero rovente dell’assenza
mentre qui profumo e frastuono
eco futuro del forse
laggiù qualcosa sta accadendo o è già stato consumato

e 25 passi mi separano dal resto
e consegno
e sbiadisco
e mi fermo
e controllo

fingendomi un altro uomo.