Lo specchio

La strada la cerchi!
Che affronto per le gambe
dipendere da ruote.
Ma il corpo deve pur riposare.
Tanti i passi, sono andati
cresciuti sull’asfalto
e metaforicamente
sono ancora di più
quelli percorsi.
Alla fine si potrà contarli
nelle ossa.
Senza sconti
saranno presentati
per artrite o con
altre deformazioni
linguistiche.

La strada la cerchi!
O comunque lei ti cerca.
Puoi chiedere in giro
che importanza ha,
come hanno vissuto loro
il distacco.
Non ti capiranno.
Saranno a preoccuparsi delle ruote,
dell’olio che perde,
del motore in ebollizione.
Ma non di scarpe,
di calli, di vesciche.
Chi ha camminato
lo sa: è importante
risparmiare ogni passo,
ogni respiro deve essere calibrato.
Anche il saluto è centellinato
(ed è per questo che mi ci trovo).
Le rughe sulla faccia
hanno la storia
di tutte le persone
che incontri e che
non vedrai più.
Ma tanto chi se ne frega,
se hai
una storia
da raccontare.

Ciascuno ha un inizio,
ecco il mio:
una scatola cranica
e l’amore per la scrittura.
Era tutto ciò che avevo.
Ogni suo impulso, ogni sua delusione
andava sistematicamente
impaginata e intitolata.
La sua vita era
un alternarsi di emozioni.
Ma non che fosse speciale.
Si riservava il diritto
di tacere.
Solo chi ha voglia di guardare
può capire uno specchio.