Non sono
uno di quelli che
parla appena sveglio-
in realtà non parlo affatto.
Il tempo è caldo, per assurdo
batte un tempo misterioso,
andiamo più forte, andiamo
più lontani. Rinnega le parole,
sensazioni plasticose,
solo a volte il cuore
mi parla per davvero.
Il vento soffia sulla faccia,
ti ricorda che Dio esiste,
per il resto
non sei padre,
non sei figlio,
non sei uomo,
non sei amante ma
pensiero, se divaga.
Per il resto dei minuti
basta una sera a un senzatetto.
Che cosa
hai da offrirmi? E
cosa potrei darti?
Non pronuncio
i nomi dei tuoi volti – Amore,
non esiste
eternità più concreta
che abbandonarsi all’altro. E
non comprendi perché vado via,
se scompaio nella notte
con la testa abbandonata ai libri
che mi parlando di te. So
solo che mi perdo
e non so cosa dire.
Sono
solo sulla strada,
alle spalle una salita,
un lampione penzola con rabbia,
eiacula, investe
qualcuno o qualcosa
di affetto non corrisposto.
Cara vecchia amica mia,
ti ho cercata così a lungo,
ti ho usata, ti ho uccisa,
ti ritrovo, mi sei dentro,
sono io – sono nero,
ho perso la mia casa ma
ho la strada
e mi sento ricco
e mi sento perso.
Da quando ho avuto tanto,
non ho avuto più niente.
Non so cosa farmene se non posso donare,
non respiro se non per qualcuno,
questa è la storia.