Con la bottiglia
stretta,
la luna sulle spalle,
ti ascolto nel silenzio
dirmi arrivederci.
Ti sento ovunque
nella notte,
nel mare
nero d’inchiostro
che lascia i tuoi versi
impressi sulla terra.
“Arrivederci” mi dici
e il tuo volto scompare
e si unisce all’infinito –
indefinito tutto.
Grido al cielo:
uè Domè
ci vediamo una volta di queste,
non dirmi cazzate
tu non sei andato via,
non puoi andare via,
un poeta
non muore
veramente.
Sei stato la mia luce
svegliandomi due volte:
quando mi hai detto ciao,
quando non ho potuto dirti addio.
Questo non te l’ho mai detto:
sei sempre stato il migliore fra tutti.
A presto Domè,
la vuoi sapere una cosa?
la verità è che d’ora in poi
il silenzio sarà
sempre troppo assordante
senza le tue parole!