Una volta ero un cane rosso

Una volta ero un cane rosso
Rosso come le labbra
che ho baciato di nascosto
Ho visto l’alba
affacciarsi sulla cornice del cielo
e sul letto la pelle
brillare di luce propria
mi son perso nel paesaggio
inghiottito nella notte-tremenda
bellezza dell’innocenza. Se potessi
vivere anch’io di prime volte
La tromba cantava
“sono un vecchio romantico”
e io lo sapevo
che era l’ultimo ballo
ma dissi al cielo
“eccomi, sono qui
e ti porgo la luna”
Rosso come
le braccia della madre
che allontanano il bambino
Ho scritto
molte volte
il tuo nome nel presente
e poi s’è cancellato
sono in atto come un seme
e affondo le radici
in terra arida anche se
non vivo ti
regalo un po’di me
se ne vuoi-io
non resto vuoto-io
non resto vuoto
come se
non fosse mai passato
il giorno in cui ne ho dimenticato il nome
Vino bianco, filosofia, sigarette
Rosso come
l’alba che si accende ogni mattino
Il guerriero
muore solo
mentre recita
“voglio vivere
Io voglio vivere”
si inginocchia
apre le braccia
e dondola-dondola
a piedi scalzi
Con la testa
verso l’infinito lontano
ripete
“grazie per quello che ho
grazie per quello che sono”.